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mercoledì 9 maggio 2012

«Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto» - VANGELO DEL GIORNO 09/05/12


Inauguriamo una nuova rubrica settimanale "Il Vangelo del Giorno" con un illustre spunto riflessivo.

Mercoledì 09 maggio 2012

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8.

Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.


Meditazione del giorno
San Cirillo d'Alessandria (380-444), vescovo e dottore della Chiesa
Commento al Vangelo di Giovanni, 10, 2
      
      «Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto»

      Il Signore dice ... che è lui stesso la vigna, per insegnarci a restare legati al suo amore e mostrarci quanti vantaggi abbiamo dall'unione con lui. Paragona ai tralci coloro che gli sono uniti, conformati a lui in qualche modo e fissati in lui: sono già «partecipi della sua natura» (2Pt 1,4) per il fatto che hanno ricevuto in dono lo Spirito Santo. Poiché ciò che ci unisce a Cristo Salvatore è il suo Spirito Santo...
     Infatti, abbiamo ricevuto la nuova nascita da lui e in lui, nello Spirito, in vista di portare frutti di vita; non della vita vecchia e superata, ma della vita rinnovata dalla fede e dall'amore per lui. Rimaniamo così, innestati in qualche modo in Cristo, legati costi quel che costi al sacro comandamento che ci è stato dato. Sforziamoci di custodire i benefici di tale nobiltà, cioè di non permettere in alcun modo di «contristare lo Spirito Santo» (Ef 4,30) che abita in noi, e per mezzo del quale sappiamo che Dio dimora in noi...
     Nello stesso modo che la radice della vigna dà e distribuisce ai tralci la sua qualità naturale e ciò che gli è proprio, così il Verbo, unigenito Figlio del Padre, dà ai santi una ... parentela con la sua natura dando loro lo Spirito, soprattutto a coloro che gli sono uniti con la fede e una santità perfetta. Li nutre e fa crescere il loro fervore; sviluppa in essi la capacità delle virtù e di ogni bontà.


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