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venerdì 28 dicembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE- 30 dicembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."


Vangelo Lc 2,41-52
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Meditazione
Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
Omelie sul Vangelo di Luca, n° 18; SC 87
                               « Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio »
        All'età di 12 anni, Gesù resta a Gerusalemme. Non sapendolo, i genitori lo cercano con ansia e non lo trovano. Lo cercano “fra i parenti”, lo cercano “nella carovana”, lo cercano “fra i conoscenti”, ma fra tutti questi non lo trovano... Il mio Gesù non vuole essere trovato nella folla.
        Senti dunque dove l'hanno trovato... perché anche tu possa trovarlo: “A forza di cercarlo, lo trovarono nel Tempio”. Non in un posto qualsiasi, ma “nel Tempio”, e non semplicemente nel Tempio, ma “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava”. Anche tu, cerca Gesù nel tempio di Dio, cercalo nella Chiesa, cercalo presso i maestri che si trovano nel tempio e non ne escono. Se cerchi in questo modo, lo troverai...
        Lo trovano “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava”. Ancora adesso Gesù è lì; ci interroga e ci ascolta parlare. “Tutti erano pieni di stupore” dice Luca. Cos'è che li stupiva? Non tanto le sue domande, che pure erano mirabili, ma le sue risposte... “Mosè parlava – dice la Scrittura - e Dio gli rispondeva con voce di tuono” (Es 19,19). Così il Signore insegnò a Mosé ciò che non sapeva. Gesù interroga, Gesù risponde..., e per quanto sono mirabili le domande, le risposte sono ancor più mirabili.
        Perché anche noi possiamo sentirlo e ci faccia delle domande a cui lui stesso risponderà, supplichiamolo, facciamo il grande e doloroso sforzo  di cercarlo, e potremo allora trovare chi cerchiamo. Non è senza motivo che la Scrittura dice: “Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. Occorre infatti che chi cerca Gesù non lo faccia con negligenza e mollezza, senza costanza, come fanno alcuni... e che, per questo, non lo trovano. Quanto a noi, diciamo: “Con angoscia ti cerchiamo”.

giovedì 20 dicembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - IV DI AVVENTO - 23 dicembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Lc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».


Meditazione
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorso 2 per l'Avvento, § 1-2 ; SC 166
« Ecco il mio diletto, viene saltando per i monti, balzando per le colline » (Ct 2,8) 
 
        “Ecco viene il Re, corriamo incontro al nostro Salvatore!” (liturgia dell'Avvento). Dice bene Salomone: “Come acqua fresca per una gola riarsa, è una buona notizia da un paese lontano » (Prv 25,25). Buona notizia è quella che annunzia la venuta del Salvatore, la riconciliazione del mondo, i beni della vita futura. “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pace” (Is 52,7)...
        Notizie di tal genere sono acqua refrigerante, bevanda di salutare sapienza, per l'anima che ha sete di Dio: in verità, chi annunzia la venuta o altri misteri del Salvatore attinge “acqua con gioia alle sorgenti della salvezza » (Is 12,3) e cela dona da bere. E l'anima che ha ricevuto l'annunzio... sembra rispondere con le parole di Elisabetta, perché anche lei aveva attinto allo stesso Spirito: “A che debbo che il mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, ha esultato di gioia il mio spirito per il desiderio ardente di correre incontro al suo Salvatore”.
        In verità, fratelli miei, nell'esultanza dello spirito dobbiamo andare incontro a Cristo che viene... “O salvezza del mio volto e mio Dio ! (Sal 42,5) Nella tua condiscendenza saluti i tuoi servi e li salvi...non soltanto con parole di pace, ma proprio con il bacio di pace: ti unisci alla nostra carne; ci salvi con la tua morte sulla croce”. Si levi dunque il nostro spirito con vivida gioia, e corra incontro al suo Salvatore che viene da così lontano, accogliendolo con grida festose: “Vieni, o Signore, salvami e io sarò salvato” (Ger 17,14) “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Sal 118,26).

giovedì 13 dicembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - III DI AVVENTO - 16 dicembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Lc 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.


Meditazione
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Angelus del 14/12/2003 (© Libreria Editrice Vaticana)
                                « Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Il Signore è vicino »
        “Rallegratevi nel Signore, sempre; ... Il Signore è vicino” (Fil 4,4-5). Con queste parole dell'apostolo Paolo la Liturgia ci invita alla gioia. E' la terza domenica di Avvento, detta proprio per questo Domenica "Gaudete". ...
        L'Avvento è tempo di gioia, perché fa rivivere l'attesa dell'evento più lieto nella storia: la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine Maria. Sapere che Dio non è lontano, ma vicino, non indifferente, ma compassionevole, non estraneo, ma Padre misericordioso che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà: tutto questo è motivo di una gioia profonda che le alterne vicende quotidiane non possono scalfire.
        Caratteristica inconfondibile della gioia cristiana è che essa può convivere con la sofferenza, perché è tutta basata sull'amore. In effetti, il Signore che ci "è vicino", al punto da farsi uomo, viene ad infonderci la sua gioia, la gioia di amare. Solo così si capisce la serena letizia dei martiri anche in mezzo alle prove, o il sorriso dei santi della carità dinanzi a chi è nel dolore: un sorriso che non offende, ma consola. "Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28). L'annuncio dell'Angelo a Maria è un invito alla gioia. Chiediamo alla Vergine Santa il dono della gioia cristiana.

venerdì 30 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - I DOMENICA DI AVVENTO - 02 dicembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Lc 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».


Meditazione
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorsi per l'avvento, 2, 2-4 : PL 185, 15 SC 166

                   « Nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà » 
        Fratelli, con esultanza occorre andare incontro al Signore che viene ... Si levi dunque il nostro spirito con vivida gioia, e corra incontro al suo Salvatore... La Scrittura sembra esigere da noi di andargli incontro non solo a proposito della sua seconda venuta, ma anche a proposito della prima...
        Prima della sua venuta nel mondo, il Signore venga a voi. Prima di apparire al mondo intero, venga a visitarvi intimamente. Infatti ha detto: « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi » (Gv 14,18). E certamente, a seconda del merito e dell'amore, tale visita del Signore in ogni anima è frequente, in questo tempo che intercorre fra la prima e l'ultima venuta, tempo che ci rende conformi alla prima e ci prepara all'ultima. ... Con queste visite, tende a riformare la nostra mentalità superba per renderla conforme alla sua umiltà, che ci dimostrò venendo la prima volta; e lo fa per poi « trasfigurare il nostro misero corpo e conformarlo al suo corpo glorioso » (Fil 3,21), che ci manifesterà al suo ritorno. Per questo dobbiamo desiderare con tutte le nostre forze, e chiedere con fervore tale venuta intima che ci dà la grazia della prima venuta e ci promette la gloria della seconda...
        La prima venuta fu umile e nascosta, l'ultima sarà folgorante e magnifica ; quella di cui parliamo è nascosta, e nello stesso tempo, magnifica. Dico che è nascosta, non perché sia ignota a colui che la riceve, ma perché avviene in lui nel segreto ... Avviene senza essere vista e si allontana senza che se ne accorga. La sua sola presenza è luce dell'anima e dello spirito. In essa vediamo l'invisibile e conosciamo l'inconoscibile. Questa venuta del Signore mette l'anima di chi la contempla in una dolce e beata ammirazione. Allora dall'intimo dell'uomo scoppia questo grido: « Signore, chi è come te ? » (Sal 35, 10). Lo sanno quanti hanno fatto tale esperienza, e voglia Dio che coloro che non l'hanno ancora fatta ne provino il desiderio.

venerdì 23 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 25 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza." 

Vangelo Gv 18,33b-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Meditazione
Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Il Cammino di perfezione, 22

                                      « Il mio regno non è di questo mondo »

        Sei re per l'eternità, o mio Dio... Quando diciamo nel Credo che « il tuo regno non avrà fine », è raro che il mio cuore non ne provi una gioia tutta particolare. Ti lodo, Signore, ti benedico per sempre ! Infine, il tuo regno durerà in eterno. Non tollerare, Maestro mio, che quando ti si rivolge la parola, si creda che sia permesso di farlo solo con le labbra... È chiaro che non si avvicina un principe con la stessa naturalezza che si avrebbe con un paesano, o con delle povere donne come noi, con cui è sempre lecito discorrere senza complimenti.
        Nella mia semplicità, non so come parlare a quel divino Re. Ma la sua umiltà è così grande che egli non manca di ascoltarmi e mi permette di avvicinarmi a lui. Non mi respingono neanche i suoi custodi, poiché gli angeli che lo circondano conoscono i gusti del loro Re : sanno che la semplicità di un piccolo pastore, totalmente umile, che direbbe di più se potesse, il Re l'apprezza più di tutti i ragionamenti scelti dei più dotti e dei più sapienti, quando manca loro l'umiltà.
        Tuttavia, se il nostro Re è buono, questo non è un buon motivo per noi per essere scortesi. E se fosse anche solamente per ringraziarlo che si degna di sopportare accanto a lui una persona ripugnante come me, è giusto che faccia di tutto per riconoscere la sua nobiltà e la sua grandezza. In verità, basta avvicinarsi a lui per esserne istruite... Se, figlie mie, avvicinandovi a lui, riflettete e vi domandate con chi state per parlare, o con chi già state parlando, mille vite come le nostre non basterebbero per concepire quanti riguardi merita un tale Signore, davanti al quale gli angeli tremano, lui che comanda a tutto, che può tutto e per il quale volere è fare. E' giusto, figlie mie, che ci rallegriamo della grandezza del nostro Sposo, che comprendiamo di chi siamo spose e quindi come deve essere santa la nostra vita.

giovedì 15 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 18 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Meditazione
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Omelie sul libro di Giosuè, n° 16,3 SC 71

                  “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire ... con grande potenza”

        “Rimane molto territorio da occupare” (Gs 13,1)... Considera la prima venuta del nostro Signore e Salvatore, quando è venuto a seminare la sua parola sulla terra. Si è impadronito di tutta la terra con la sola forza della sua semina: ha messo in fuga le avverse potenze e gli angeli ribelli che dominavano le nazioni, e contemporaneamente ha seminato la sua parola e diffuso le sue chiese. Così è stato il suo primo possesso della terra.
        Seguimi tuttavia... attraverso le linee sottili della Scrittura, e ti mostrerò la seconda conquista di una terra di cui è detto a Giosuè/Gesù che ce n'è ancora molta lasciata. Ascolta le parole di Paolo: “Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1Cor 15,25; Sal 110,1). Ecco la terra di cui è detto che è stata lasciata fino a che tutti siano stati posti sotto i suoi piedi e così egli prenda tutti i popoli nella sua eredità... Per quanto riguarda il nostro tempo, vediamo bene le cose “che restano” e non sono ancora poste sotto i piedi di Gesù; bisogna che egli prenda possesso di tutto. Poiché non potrà finire il mondo che quando tutto gli sarà sottomesso. Dice infatti il profeta: “Tutte le nazioni gli saranno sottomesse, dal fiume sino ai confini della terra; a lui si prostreranno gli abitanti del deserto” (Sal 72 LXX), e “Da oltre i fiumi di Etiopia i miei supplicanti mi porteranno offerte” (Sof 3,10).
        Da ciò consegue che nella seconda venuta Gesù dominerà questa terra di cui resta molto da possedere. Ma beati coloro che saranno stati suoi fin dalla prima venuta! Saranno davvero colmati di favori, nonostante la resistenza di tanti nemici e gli attacchi di tanti avversari; riceveranno ... la loro parte della Terra Promessa. Ma quando la sottomissione sarà fatta di forza, nel giorno in cui bisogna che “sia annientato l'ultimo nemico, cioè la morte” (1Cor 15,26), non ci saranno più favori per coloro che rifiuteranno di sottomettersi.

giovedì 8 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 11 novembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

 Vangelo Mc 12,28b-34
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». 


Meditazione 
Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
Scritto autobiografico B,1

                                       «Ha dato tutto quello che aveva»

        «Voglio farti leggere nel libro di vita, dov'è contenuta la scienza d'Amore». La scienza d'Amore, oh, sì! la parola risuona dolce all'anima mia, desidero soltanto questa scienza. Per essa, avendo dato tutte le mie ricchezze, penso, come la sposa  [del Cantico] dei cantici, di non aver dato nulla (Ct 8,7). Capisco così bene che soltanto l'amore può renderci graditi al Signore, da costituire esso la mia unica ambizione.

        A Gesù piace mostrarmi il solo cammino che conduca alla fornace divina, cioè l'abbandono del bambino il quale si addormenta senza paura tra le braccia di suo Padre. «Se qualcuno è piccolo, venga a me», ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone (cfr Pr 9,4), e questo medesimo Spirito d'amore ha detto ancora che «la misericordia è concessa ai piccoli» (cfr Sap 6,6). In nome suo il profeta Isaia ci rivela che nell'ultimo giorno «il Signore condurrà il suo gregge nelle pasture, raccoglierà gli agnellini e se li stringerà al cuore» (Is 40,11)...

        Ah, se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola fra loro, l'anima della sua Teresa, nessuna dispererebbe d'arrivare alla vetta della montagna d'amore, poiché Gesù non chiede grandi azioni, bensì soltanto l'abbandono e la riconoscenza. Egli infatti dice nel Salmo 50: «Non ho bisogno alcuno dei capri dei vostri greggi, perché tutte le bestie delle foreste mi appartengono e le migliaia di animali che pascolano sulle colline... Immolate a Dio sacrifici di lode e di ringraziamento». Ecco ciò che Gesù esige da noi, non ha bisogno affatto delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perché questo Dio stesso che dichiara di non aver bisogno di dirci se ha fame (Sal 50), non ha esitato a mendicare un po' d'acqua dalla Samaritana (Gv 4,7). Aveva sete... Aveva sete d'amore... Ah! lo sento più che mai, Gesù è assetato, non incontra se non ingrati e indifferenti tra i discepoli del mondo, e tra i suoi stessi discepoli trova pochi cuori i quali si abbandonino a lui senza riserve, e capiscano la tenerezza del suo amore infinito.

martedì 6 novembre 2012

3° appuntamento di "Voices in progress"

Vi ricordiamo il terzo appuntamento di "Voices in Progress", organizzato dal Coro Giovani Di Spilimbergo, giovedì 08 novembre alle ore 20.45 in Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone in Spilimbergo.
Si parlerà anche della prossima Messa Giovani e della Veglia di Natale.
Il Coro Giovani consiglia vestiti carini per la foto di gruppo.

Le prossime date saranno:
* Martedì 13 novembre;
* Giovedì 22 novembre.


Per maggiori informazioni:
facebook: Coro Giovani di Spilimbergo 
corogiovanispili@gmail.com




venerdì 2 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 04 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

 Vangelo Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.


Meditazione
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Omelie sul Cantico di Cantici, n° 83

                                    «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore»

        Ho letto che “Dio è amore” 1Gv 4,16), e non ho letto che è onore o dignità. Non è che Dio non vuole essere onorato, dato che dice: “Se io sono padre, dove è l'onore che mi spetta?” (Ml 1,6). Lì parla in quanto padre. Ma se si mostra sposo, penso che muterebbe frase e direbbe: “Se sono lo sposo, dov'è l'amore che mi spetta?”. Poiché già ha parlato così: “Se sono vostro Signore, dov'è il timore di me?”. Dio esige dunque di essere rispettato come Signore, onorato come Padre, amato come Sposo.

        Fra questi sentimenti, qual è il più grande? L'amore, senza dubbio. Poiché senza amore, il rispetto è penoso e l'onore non ha ritorno. Il timore è da schiavi, finché non viene affrancato dall'amore, e l'onore che non viene dall'amore non è onore, ma adulazione. A Dio solo, certo, onore e gloria, ma Dio non li accetta se non conditi con il miele dell'amore.

        L'amore è sufficiente di per sé, esso piace per sé, è merito ed è ricompensa. L'amore, oltre sé, non ricerca causa, non frutto. Il suo frutto è l'esserci. Amo perché amo. Amo per amare. ... Fra tutti i moti dell'anima, dei suoi sentimenti ed affetti, l'amore è il solo che permette alla creatura di rispondere al suo creatore, da pari a pari, o almeno da simile a simile (cfr Gen 1,26).

domenica 28 ottobre 2012

"Voices in progress" - 2° appuntamento

Vi ricordiamo che 

martedì 30 ottobre, presso la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone in Spilimbergo, 

ci sarà il secondo appuntamento di "Voices in Progress", l'iniziativa organizzata dal Coro Giovani Di Spilimbergo per i giovani dai 14 ai 35 anni, "un corso per preparare la voce, ottenere il meglio da essa e acquisire una maggiore consapevolezza dello strumento che è in ciascuno di noi".

Per maggiori informazioni:
Coro Giovani Di Spilimbergo su facebook
corogiovanispili@gmail.com
 
 

giovedì 25 ottobre 2012

"Botteghe del Mestiere"

Per tutti i giovani dai 18 ai 29 anni, segnaliamo l'iniziativa "Botteghe del Mestiere" dell'Agenzia regionale del lavoro della Regione Friuli Venezia Giulia per tirocini pagati di 6 mesi.
L'iscrizione online SCADE IL 04 NOVEMBRE.
 

Ecco le informazioni e i contatti:

Botteghe di mestiere”, una linea di intervento prevista dal Programma 'Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale' – AMVA, prom
osso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuato da Italia Lavoro, con il contributo dei PON del Fondo Sociale europeo 2007-2013.

Il sostegno alle “Botteghe di mestiere” vuole soprattutto fornire un’opportunità per i giovani dai 18 ai 29 anni non compiuti, disoccupati o inoccupati (con iscrizione al Centro per l’Impiego competente in base alla residenza) di essere coinvolti percorsi di tirocinio di inserimento/reinserimento al lavoro nell’ambito di mestieri a vocazione tradizionale per un periodo di 6 mesi, usufruendo nel contempo di una borsa pari a 500 euro mensili, per un massimo di 3.000 euro.

I giovani interessati devono iscriversi on line, ENTRO IL 4 NOVEMBRE 2012.

E’ importante a questo proposito sapere che le “Botteghe” in questo momento individuate sul territorio regionale, salvo l’apertura di nuove in futuro, sono un insieme di imprese definite per aree di attività; i giovani possono iscriversi solo ad una di esse accendendo alle pagine che Italia Lavoro ha realizzato per ognuna di esse e che si riportano di seguito:

- etica e tradizione in arte bianca e dolci (provincia di Udine), < vai alla pagina >
- accademia dell'agroalimentare (parco di San Daniele), < vai alla pagina >

- distretto del coltello di Maniago (Maniago), < vai alla pagina >

Si richiama l’attenzione sulla necessità di seguire le istruzioni contenute nella Guida alla compilazione dei moduli per la registrazione e di allegare i seguenti documenti: Curriculum Vitae e Dichiarazione Sostitutiva di disoccupazione. (richiedere i documenti in pdf al contatto dell'Agenzia del Lavoro)

Complessivamente sono previsti 3 cicli di tirocinio per ciascuna Bottega di Mestiere della durata di un semestre ciascuno. Nelle pagine, oltre a una descrizione delle attività e dei profili professionali, sono riportate le denominazioni delle singole aziende interessate.

Ogni altra informazione sulla sperimentazione delle Botteghe di mestiere previste dal Programma AMVA è disponibile cliccando < qui > .

Agenzia regionale del lavoro
Via San Francesco 37 - 34133 Trieste
fax 0403775197
www.agenzialavoro.regione.fvg.it
agire@agelav.fvg.it

VANGELO DELLA DOMENICA - 28 ottobre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Meditazione 
Santa Geltrude (1256-1301), monaca benedettina
Gli Esercizi, n° 6; SC 127

«Rabbunì, che io riabbia la vista»

       In te, o Dio vivente,
il mio cuore e la mia carne hanno trasalito (Sal 84, 3),
e il mio spirito ha esultato in te, mia vera salvezza (Lc 1, 47).
Quando i miei occhi potranno vederti, Dio degli dei, mio Dio ?
Dio del mio cuore, quando mi rallegrerai con la vista della dolcezza del tuo viso ?
Quando colmerai il desiderio della mia anima
con la manifestazione della tua gloria ?

Mio Dio, fra tutte, sei tu la mia eredità, 
la mia forza e la mia gloria !
Quando allora, invece dello spirito di tristezza,
mi rivestirai del manto della lode (Is 61, 10),
perché, unita agli angeli,
tutte le mie membra ti offrano un sacrificio d'esultanza (Sal 27, 6) ?
Dio della mia vita, quando entrerò nel tabernacolo della tua gloria,
per cantare a te alla presenza di tutti i santi,
e proclamare con l'anima e col cuore
che la tua misericordia per me è stata magnifica?
Quando i lacci della morte si spezzeranno,
perché l'anima mia possa vederti senza intermediario?...

Chi si sazierà nel contemplare la tua luce ?
Come potrà bastare l'occhio per vederti
e l'orecchio umano per sentirti
nell'ammirazione della gloria del tuo volto ?

domenica 21 ottobre 2012

Voices in progress - Coro Giovani di Spilimbergo

Vi segnaliamo "Voices in progress", una bellissima iniziativa organizzata dal Coro Giovani di Spilimbergo e dalla Parrocchia di Santa Maria Maggiore.

Voices in Progress  è un'iniziativa gratuita rivolta a tutte le ragazze e i ragazzi di età compresa tra i quattordici e i trentacinque anni di età che desiderano far parte di un coro di animazione liturgica giovane ma preparato.
Lo scopo di questo corso è preparare la voce, ottenere il meglio da essa acquisire una maggiore consapevolezza dello strumento che è in ciascuno di noi.

Il calendario è ripartito in cinque date:

1. Martedì 23 Ottobre;
2. Martedì 30 Ottobre;
3. Giovedì 8 Novembre;
4. Martedì 14 Novembre;
5. Giovedì 22 Novembre.

L'orario, per tutte queste, sarà dalle ore 20:45 in Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone in Spilimbergo. Raccomandiamo puntualità.

Le lezioni saranno condotte dalla maestra Cristina del Tin, soprano diplomata presso il Conservatorio di musica "Benedetto Marcello" di Venezia.

Il Coro Giovani di Spilimbergo rimane a disposizione tramite i seguenti recapiti:
mail: corogiovanispili@gmail.com
facebook: Coro Giovani Di Spilimbergo.
 
 
 

venerdì 19 ottobre 2012

Comunicato stampa

L'Oratorio riapre nell'ex Kennedy

Domenica 21 ottobre, il Centro Giovanile Tesolin ( questa la dicitura esatta anche se si continua a chiamarlo ex-Kennedy, ma questa scuola è da 13 anni che non vi è più ospitata), riapre le attività dell'Oratorio e delle Associazioni, dopo un anno di stop per aver ospitato le Scuole Medie della Città del Mosaico, con una Festa aperta ai soci delle associazioni e ai loro familiari.

Molte le novità, a partire dal Direttore: Gigi Sedran, infatti,  darà il cambio a Marino Marchesin nella direzione dell'Oratorio.

"Tutti noi dobbiamo ringraziare Marchesin e gli altri Animatori che in questi anni hanno svolto la grande impresa nel riaprire e dare visibilità al Centro Giovanile Tesolin,  un opera tanto più significativa in quanto si è basata unicamente sul volontariato" - esordisce Sedran - "L'Oratorio è una realtà importante per l'educazione a vari livelli e proposte dei bambini, dei ragazzi e dei giovani e un valido aiuto alle famiglie. Uno "spazio aperto" di incontro, dove possono trovare accoglienza da parte di adulti anche la gioventù che non fa parte di alcuna associazione e i "lontani" dall'aggregazione giovanile convenzionale. Uno spazio aperto per incontrarsi su proposte concrete nelle tre indicazioni: di formazione ai valori cristiani, di aggregazione e gioco e di proposte sociali e culturali insieme alla realtà dell'Unità Pastorale del Comune e della Forania".

L'ex Kennedy quindi non è vuoto, tutt’altro, ma è un cantiere in piena attività.

" Con domenica 21 ottobre daremo il via libera all'ingresso di Azione Cattolica e degli scout cattolici dell'Agesci. Poi prenderà il via il doposcuola, a cura dell'Associazione "Mosaico di Genitori" in collaborazione con la Coop. Itaca, senza contare le attività già presenti del Flus e altre iniziative di carattere sociale e ricreativo che stiamo predisponendo, per dare quei servizi che non trovano risposta in nessuna istituzione del nostro territorio."

Lo Staff dell'Oratorio sta predisponendo dei lavori per l’utilizzo della piattaforma all’aperto e attende la rimozione del prefabbricato usato dalle Scuole Medie. "Un peccato che si deteriori questa struttura, forse è il caso di portarla, prima dell’inverno, dove può servire, ci spiacerebbe vedere rovinarsi una struttura comperata con denaro pubblico" dice Sedran.

Il neodirettore chiarisce anche la questione dell'investimento fatto dal Comune nella struttura: "Sulla stampa leggiamo che il Comune ha investito 300 mila euro per adeguare la struttura, ma va chiarito che tale cifra è stata spesa per le esigenze della Scuola Media, non per quelle primarie dell'Oratorio. Prima di ospitare le Scuole, la parrocchia di Santa Maria Maggiore aveva già provveduto, a spese della comunità cristiana, a rifare il tetto e i 10 bagni.  E, a onor del vero, la Parrocchia si è anche sobbarcata la spesa di più di 30mila euro per rifare i serramenti di due corridoi e di alcune stanze, sebbene la spesa non fosse urgente per le attività dell'Oratorio e questo è stato fatto per andare incontro alle esigenze del Comune e delle Scuole Medie."

" Vorremmo, infine ricordare " chiosa Sedran " che il Centro Giovanile Tesolin è stato voluto dall’allora parroco Mons. Tesolin ( da qui la titolazione al suo nome) e costruito con i soldi delle offerte della Comunità per la precisa finalità di creare uno spazio aperto ai giovani e alle famiglie e questa finalità va perseguita, adeguandola ai tempi certamente che sono cambiati, ma non sono cambiate le motivazioni che l’avevano ideato tanto più in questo tempo di emergenza educativa.

Spiace pertanto leggere sui giornali progetti e idee sulla struttura dell'ex Kennedy proprio come se fosse solo “ex” e non invece un ambiente dove e la Parrocchia e in particolare l'Oratorio hanno investito e continuano ad investire, risorse, ma soprattutto persone e impegno per il bene di tutti. Per dotare la Comunità spilimberghese di uno spazio costruttivo, a servizio di tutti ".

Lo Staff OratorioinReteSpilimbergo

mercoledì 17 ottobre 2012

OraFest - 21 ottobre 2012

Con l’occasione della consegna dei locali del Centro Tesolin alla Parrocchia, il 21 ottobre 2012 l’Oratorio propone a tutte le Associazioni presenti presso il Centro la prima edizione di “OraFest”, un momento per stare insieme, conoscersi e incominciare tutti assieme questo nuovo anno associativo che ci auguriamo proficuo per tutti.

Qui di seguito la locandina della festa con il programma completo: 



VANGELO DELLA DOMENICA - 21 ottobre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 10,35-45
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Meditazione 
San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia contro gli Anomeri, 8, 6; PG 48, 776 

«Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita»

       Nel desiderare i primi posti, le cariche più alte, e gli onori più elevati, i due fratelli Giacomo e Giovanni volevano, secondo me, avere autorità sugli altri. Perciò Gesù si oppone alla loro pretesa. Mette a nudo i loro pensieri segreti dicendo loro : « Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti ». Cioè : « Se ambite al primo posto e agli onori più grandi, cercate l'ultimo posto, impegnatevi a divenire i più semplici, i più umili e i più piccoli di tutti. Mettetevi dopo gli altri. Tale è la virtù che vi procurerà l'onore a cui aspirate. Ne avete accanto a voi un esempio eclatante, "il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). Ecco come otterrete gloria e fama. Vedete ciò che mi è successo : non ricerco né onore né gloria, eppure così realizzo un bene infinito.
        Sappiamo che prima dell'incarnazione di Cristo e del suo abbassamento, tutto era perduto, tutto era corrotto ; ma, dopo essersi umiliato, ha tutto risollevato. Ha abolito la maledizione, ha distrutto la morte, ha aperto il paradiso, ha messo a morte il peccato, ha tolto il catenaccio alle porte del cielo per ricondurvi le primizie della nostra umanità. Ha propagato la fede dovunque nel mondo. Ha scacciato l'errore e ha ristabilito la verità. Ha fatto salire su di un trono regale le primizie della nostra natura. Cristo è l'autore di beni infinitamente numerosi, che né la mia parola, né alcun'altra parola umana potrebbe descrivere. Prima del suo abbassamento, era conosciuto soltanto dagli angeli. Ma dal momento che si è umiliato, è stato riconosciuto da tutta la razza umana.

mercoledì 10 ottobre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 14 ottobre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 10,17-30
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

mercoledì 3 ottobre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 07 ottobre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.


Meditazione 
Cardinale Joseph Ratzinger (Benedetto XVI)
Ritiro predicato al Vaticano, 1983

 «Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso» 
 
       Stupisce costatare l'importanza che Gesù attribuisce al bambino, rivolgendosi a tutti con le parole: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3). Essere bambino non è dunque per Gesù una tappa semplicemente temporanea della vita dell'uomo, che viene dal suo destino biologico, e che dovrà in seguito scomparire totalmente. Nell'infanzia, ciò che è proprio dell'uomo si realizza in modo tale che chi ha perso l'essenza dell'infanzia ha perso se stesso.
        Partendo da ciò, e ponendoci dal punto di vista umano, possiamo immaginare quale felice ricordo Cristo dovesse avere dei giorni della sua infanzia, quanto l'infanzia fosse rimasta in lui un'esperienza preziosa, una forma particolarmente pura di umanità. E partendo da ciò, potremo imparare ad avere uno sguardo particolare sul bambino che, disarmato, si affida al nostro amore.
        Ma soprattutto ci si pone la seguente domanda: qual è precisamente il tratto caratteristico dell'infanzia che Gesù considera insostituibile? ... Prima di tutto dobbiamo ricordare che l'attributo essenziale di Gesù, che esprime la sua dignità, è quello di “Figlio”... L'orientamento della sua vita, il motivo all'origine e l'obiettivo che l'hanno determinato, si esprimono in una sola parola: “Abba, Padre” (Mc 14,36; Gal 4,6).Gesù sapeva che non era mai solo e, fino all'ultimo grido sulla croce, ha obbedito a colui che chiamava “Padre”, completamente rivolto verso di lui. Questo solo permette di spiegare che abbia rifiutato di definirsi re, o signore, o di attribuirsi qualsiasi altro titolo di potere, ma anzi sia ricorso ad un termine che potremmo tradurre anche con “bimbo”.

mercoledì 26 settembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 30 settembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue»


Meditazione
Giuliana di Norwich (tra 1342-1430 cc), reclusa inglese
Le Rivelazioni del Divino Amore, capp. 35-36

 «Di fronte alla misericordia di Dio, riconoscere pienamente il nostro peccato» 
 
        Dio stesso è giustizia per eccellenza. Tutte le sue opere sono giuste, ordinate da tutta l'eternità dalla sua infinita potenza, infinita sapienza, infinita bontà. Come ha tutto ordinato per il meglio, così opera senza sosta e conduce ogni cosa al suo fine... La misericordia è l'opera della bontà di Dio; continuerà ad operare per tutto il tempo che sarà permesso al peccato di tormentare le anime dei giusti... Quando questo permesso sarà ritirato... tutto sarà ristabilito nella giustizia, per restarvi per sempre.
        Dio permette che cadiamo. Ma con la sua potenza e la sua sapienza, ci custodisce. Con la sua misericordia e la sua grazia, ci eleva ad una gioia infinitamente più grande. Così vuol essere conosciuto e amato nella giustizia e nella misericordia, ora e per sempre... Io non farò altro che peccare. Ma il mio peccato non impedirà a Dio di operare. La contemplazione della sua opera è gioia celeste per l'anima che è permeata di timore e desidera sempre più amorevolmente compiere la volontà di Dio con l'aiuto della grazia.
        Quest'opera comincia quaggiù. Sarà gloriosa per Dio ed enormemente vantaggiosa per tutti coloro che lo amano sulla terra. Al nostro arrivo in cielo, ne saremo testimoni in una gioia meravigliosa. Quest'opera continuerà fino all'ultimo giorno. La gloria e la beatitudine che da essa scaturiranno resteranno in cielo, davanti a Dio e a tutti i suoi santi, per sempre... Là sarà la gioia più grande: vedere che Dio stesso ne è l'artefice. L'uomo non è che peccatore. Mi sembrava che il nostro buon Signore mi dicesse: “Guarda dunque! Non c'è forse materia per l'umiltà? Non c'è forse materia per amare? Non c'è materia per conoscere te stessa? Allora, per amore di me, rallegrati in me. Niente può piacermi di più”.

mercoledì 19 settembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 23 settembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».



Meditazione
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
Omelia 58 ; PL 57, 363

«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me» 

        Noi, tutti i cristiani, siamo il corpo di Cristo e le sue membra, dice l'apostolo Paolo (1Cor 12,27). Alla risurrezione di Cristo, tutte le sue membra sono risuscitate con lui, e mentre Cristo passava dagli inferi alla terra, ci ha fatti passare dalla morte alla vita. La parola “pasqua” in ebraico vuol dire passaggio o partenza. Il mistero non è forse il passaggio dal male al bene? E quale passaggio! Dal peccato alla giustizia, dal vizio alla virtù, dalla vecchiaia alla fanciullezza. Parlo qui della fanciullezza a proposito della semplicità, non dell'età. Poiché le virtù, anch'esse, hanno la loro età. Ieri l'invecchiamento del peccato ci portava sulla via del declino. Ma la risurrezione di Cristo ci fa rinascere con l'innocenza dei piccoli. La semplicità cristiana fa propria la fanciullezza.
        Il bambino è senza rancore, non conosce la frode, non osa colpire. Così, il bambino che è il cristiano non si preoccupa di essere insultato, non si difende se lo si spoglia, non risponde se lo si percuote. Il Signore esige addirittura che preghi per i nemici, che lasci tunica e mantello ai ladri, e che presenti l'altra guancia a chi lo percuote (Mt 5,39s).
        La fanciullezza di Cristo supera quella dell'uomo... Questa deve l'innocenza alla sua debolezza, quella alla sua virtù. Ed è degna ancor più di lode: l'odio al male viene dalla sua volontà, non dall'impotenza.

mercoledì 5 settembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 09 settembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».



mercoledì 8 agosto 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 12 agosto 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Gv 6,41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


Meditazione
Santa Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa
Diario, 1393 
«Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno» 

Gesù, delizia della mia anima, pane degli angeli (Sal 78,25),
tutto il mio essere si immerge in te;
e vivo della tua vita divina, come gli eletti in cielo,
e la verità di questa Vita non cesserà, nemmeno nel sepolcro.

Gesù-Eucaristia, Dio immortale,
che dimori continuamente nel mio cuore,
quando ti possiedo così, la morte stessa non può nuocermi.
Anzi l'amore mi dice che, alla fine della vita, ti vedrò.

Imbevuta della tua vita divina,
guardo tranquilla il cielo aperto per me,
e la morte se ne andrà, delusa, a mani vuote,
poiché la tua vita divina è contenuta nella mia anima.

Ed anche se, per la tua santa volontà, Signore,
la morte deve colpire il mio corpo,
desidero questa separazione  il più presto possibile,
poiché così entrerò nella vita eterna.

Gesù-Eucaristia, vita della mia anima, per la tua Passione...
mi hai innalzata fino ai cieli eterni.

giovedì 2 agosto 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 05 agosto 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Gv 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».


Meditazione
Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
The Word To Be Spoken, cap. 6

«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame»
        Nelle Scritture, si parla della tenerezza di Dio per il mondo, e leggiamo che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio” Gesù (Gv 3,16) perché sia come noi, e ci porti la buona novella che Dio è amore, Dio vi ama e mi ama. Dio vuole che ci amiamo gli uni gli altri come egli ama ognuno di noi. (cf Gv 13, 34).
        Noi tutti sappiamo, guardando la croce, fino a qual punto Gesù ci ha amati. Quando guardiamo l'eucaristia sappiamo quanto ci ama ora. Ecco perché si è fatto lui stesso “pane di vita”, per soddisfare la nostra fame col suo amore, e poi, come se non gli bastasse, si è fatto lui stesso l'affamato, l'indigente, il senza-casa, affinché voi ed io potessimo soddisfare la sua fame col nostro amore umano. Poiché è per questo che siamo stati creati, per amare ed essere amati.

giovedì 26 luglio 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 29 luglio 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Gv 6,1-15


In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


Meditazione
Sant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa
Diatesseron, XII, 1-4

La moltiplicazione dei pani
 
        Nel deserto, Nostro Signore moltiplicò il pane, e a Cana, cambiò l'acqua in vino. Abituò così il palato dei suoi discepoli al suo pane e al suo vino, fino al tempo in cui avrebbe dato loro il suo corpo e il suo sangue. Fece loro assaggiare un pane e un vino materiali per eccitare in loro il desiderio del suo corpo e del suo sangue vivificanti. Diede loro liberalmente queste cose di poco conto perché sapessero che il suo dono supremo sarebbe stato gratuito. Gliele diede gratuitamente, anche se avrebbero potuto compragliele, affinché sapessero che non sarebbe stato domandato loro di pagare una cosa inestimabile ; perché anche se avessero potuto pagare il prezzo del pane e del vino, non avrebbero potuto pagare il suo corpo e il suo sangue.         Non solo ci ha colmati gratuitamente dei suoi doni, ma ci ha anche coccolati con affetto. Perché ci ha dato gratuitamente queste cose di poco conto per attirarci, affinché venissimo a lui e ricevessimo gratuitamente quel bene così grande che è l'Eucarestia. Quei pezzetti di pane e il vino che ha dato erano dolci al palato, però il dono del suo corpo e del suo sangue è utile allo spirito. Egli ci ha attirati con questo cibo gradevole al palato per trascinarci verso ciò che vivifica la nostra anima...
        L'opera del Signore raggiunge ogni cosa : in un batter d'occhio ha moltiplicato un po' di pane. Ciò che gli uomini fanno e trasformano in dieci mesi di lavoro, le sue dieci dita l'hanno fatto in un attimo... Dalla poca quantita di pane, è nata una moltitudine di pani. Fu come al momento della prima benedizione : « Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra » (Gen 1, 28).

giovedì 19 luglio 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 22 luglio 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 


Meditazione
San Clemente d'Alessandria (150-circa 215), teologo
Il Pedagogo, I, 9 ; SC 70

«Si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore»
 
        Salvare è un atto di bontà. “La misericordia del Signore è per ogni essere vivente. Egli rimprovera, corregge, ammaestra e guida come un pastore il suo gregge. Ha pietà di quanti accettano la dottrina e di quanti sono zelanti per le sue decisioni” (Sir 18,13s)...
        Chi è in buona salute non ha bisogno del medico, finché sta bene; i malati al contrario ricorrono al suo aiuto. Allo stesso modo, in questa vita, siamo malati a causa dei nostri desideri riprovevoli, delle nostre intemperanze... e altre passioni: abbiamo bisogno di un Salvatore... Noi malati, abbiamo bisogno del Salvatore; smarriti, abbiamo bisogno di chi ci guiderà; ciechi, di chi ci darà la luce; assetati, della sorgente di acqua viva di cui “chi beve non avrà mai più sete” (Gv 4,14). Morti, abbiamo bisogno della vita; gregge, del pastore; bambini, di un maestro: sì, tutta l'umanità ha bisogno di Gesù...
        “Fascerò la pecora ferita e curerò quella malata; ricondurrò all'ovile quella smarrita; le farò pascolare sui monti d'Israele” (Ez 34,16). Questa è la promessa di un buon pastore. Facci pascolare come un gregge, noi piccoli; maestro, dacci con abbondanza il tuo pascolo, che è la giustizia! Sii nostro pastore fino alla santa montagna, fino alla Chiesa che si innalza, domina le nubi e arriva al cielo! “Sarò il loro pastore - egli dice – e sarò accanto a loro” (cf Ez 34)... E ancora: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire”. Ecco perché il Vangelo ce lo mostra affaticato, lui che si spende per noi e promette “di dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28; Gv 4,5).

mercoledì 11 luglio 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 15 luglio 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.


Meditazione
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Messaggio per la 42a  Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni 17/04/2005

«Incominciò a mandarli a due a due»
       Dice a Pietro: Duc in altum – Prendi il largo (Lc 5, 4). Pietro e i primi compagni si fidarono della parola di Cristo, e gettarono le reti (Novo millennio ineunte, 1).... Chi apre il cuore a Cristo non soltanto comprende il mistero della propria esistenza, ma anche quello della propria vocazione, e matura splendidi frutti di grazia. ...Vivendo il Vangelo sine glossa, il cristiano diventa sempre più capace di amare al modo stesso di Cristo, di cui accoglie l'esortazione: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5, 48). Egli si impegna a perseverare nell'unità con i fratelli entro la comunione della Chiesa, e si pone al servizio della nuova evangelizzazione per proclamare e testimoniare la stupenda verità dell'amore salvifico di Dio.        Cari giovani, è a voi che, in modo particolare, rinnovo l'invito di Cristo a prendere il largo. ... Fidatevi di Lui, mettetevi in ascolto dei suoi insegnamenti, fissate lo sguardo sul suo volto, perseverate nell'ascolto della sua Parola. Lasciate che sia Lui a orientare ogni vostra ricerca e aspirazione, ogni vostro ideale e desiderio del cuore. ... Penso al tempo stesso alle parole rivolte da Maria, sua Madre, ai servi a Cana di Galilea: Fate quello che vi dirà (Gv 2, 5). Cristo, cari giovani, vi chiede di prendere il largo e la Vergine vi incoraggia a non esitare nel seguirlo. Salga da ogni angolo della terra, sostenuta dalla materna intercessione della Madonna, l'ardente preghiera al padre celeste per ottenere operai nella sua messe (Mt 9, 38).
        Gesù, Figlio di Dio,
in cui dimora la pienezza della divinità,
Tu chiami tutti i battezzati a prendere il largo,
percorrendo la via della santità.
Suscita nel cuore dei giovani il desiderio
di essere nel mondo di oggi
testimoni della potenza del tuo amore.
Riempili con il tuo Spirito di fortezza e di prudenza
perché siano capaci di scoprire la piena verità
di sé e della propria vocazione.
Salvatore nostro,
mandato dal Padre per rivelarne l'amore misericordioso,
fa' alla tua Chiesa il dono
di giovani pronti a prendere il largo,
per essere tra i fratelli manifestazione
della tua presenza che rinnova e salva.
Vergine Santa, Madre del Redentore,
guida sicura nel cammino verso Dio e il prossimo,
Tu che hai conservato le sue parole nell'intimo del cuore,
sostieni con la tua materna intercessione
le famiglie e le comunità ecclesiali,
affinché aiutino gli adolescenti e i giovani
a rispondere generosamente alla chiamata del Signore.
Amen.

mercoledì 4 luglio 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 08 luglio 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.


Meditazione
Beato Giovanni XXIII (1881-1963), papa
Radiomessaggio del 01/05/1960

Il figlio di Dio carpentiere nella bottega di Giuseppe
 
       San Giuseppe, custode di Gesù, sposo castissimo di Maria, che hai trascorso la vita a compiere perfettamente il tuo dovere, mantenendo col lavoro delle tue mani la Santa Famiglia di Nazareth, degnati di proteggere coloro che, con fiducia, si rivolgono a te. Tu conosci le loro aspirazioni, le loro angosce, le loro speranze; ricorrono a te, perché sanno che troveranno in te chi li comprende e li protegge. Anche tu hai conosciuto la prova, la fatica, la spossatezza; ma, anche in mezzo alle preoccupazioni della vita materiale, la tua anima, colma della più profonda pace, esultava di gioia inesprimibile, a causa dell'intimità col Figlio di Dio, affidato alle tue cure, e con Maria, sua dolcissima madre.        Fa' che coloro che cercano la tua protezione comprendano anch'essi che non sono soli nel loro lavoro, sappiano scoprire Gesù al loro fianco, accoglierlo con la grazia, custodirlo fedelmente come tu stesso hai fatto. Ottieni che in ogni famiglia, in ogni bottega, in ogni cantiere, dovunque un cristiano lavora, tutto sia santificato nella carità, nella pazienza, nella giustizia, nella preoccupazione di far bene, affinché scendano in abbondanza su tutti i doni dell'amore di Dio.

mercoledì 27 giugno 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 01 luglio 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."
 
Vangelo Mc 5,21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

mercoledì 20 giugno 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 24 giugno 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA  

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,57-66.80.
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. 


Meditazione
Dalla liturgia bizantina 
Lucernario dei Grandi vespri della festa della natività di Giovanni Battista 

«Ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi ..., per preparare al Signore un popolo ben disposto»
 
Oggi viene al mondo il grande Precursore,
nato dal seno sterile di Elisabetta.
E' il più grande fra tutti i profeti;
nessun altro è stato come lui,
poiché è la lampada che precede di poco la luce sfolgorante
e la voce che precede il Verbo.
Conduce a Cristo la Chiesa, sua fidanzata,
e prepara per il Signore il popolo eletto,
purificandolo con l'acqua in vista dello Spirito.

Da Zaccaria nasce questo germoglio,
il più bello fra i figli del deserto,
l'araldo della conversione,
colui che purifica con l'acqua chi si era smarrito,
annuncia la resurrezione
fin nel soggiorno dei morti,
e intercede per le anime nostre.

Dal seno di tua madre, beato Giovanni,
sei stato il profeta e precursore di Cristo:
hai sussultato di gioia
vedendo la Regina venire dalla sua serva,
e portarti Colui che il Padre genera senza madre da tutta l'eternità,
tu, nato da una donna sterile e da un vecchio,
secondo la promessa del Signore.
Pregalo di avere pietà delle anime nostre.
(Riferimenti biblici: Mt 11,11; Gv 5,35; Mt 3,3; Gv 3,29; Lc 1,17; 3,16; Mc 6,28; Lc 1,40; 1,13)

domenica 17 giugno 2012

GREST 2012 e GREST XL 2012




Domani inizierà il Grest 2012, o meglio i due Grest: uno per i ragazzi delle elementari e l'altro per i ragazzi delle medie.
Dopo l'esperienza positiva dell'anno scorso accolta positivamente sia dai ragazzi che dai genitori, anche quest'anno i ragazzi verranno divisi in due Grest in base all'età e avranno attività e laboratori dedicati.

Il Grest 2012 accoglierà i bambini e i ragazzi delle elementari, nati dal 2001 al 2005. Non possiamo ovviamente svelare il tema di quest'anno, ma è certo che i bambini hanno avuto la possibilità di scegliere tre tra i molti laboratori proposti, sia di artigianato, che artistici e sportivi, per soddisfare tutti i talenti: decupage, ricamo, cucina&sala, cornici in fantasia, costruiamo i giochi, pittura, mosaico artistico, ping-pong/calcetto balilla, bocce, basket, giochi da lancio, pallavolo, orienteering. Insomma, per tutti i gusti! 
Il Grest però non è solo questo! Gli animatori del Gruppo YOU dell'Oratorio hanno in serbo un sacco di sorprese: animazione, giochi, scenette e di più non possiamo ancora svelare!

Il Grest XL 2012, invece, è rivolto ai ragazzi delle medie nati dal 2000 al 1998. Un Grest questo in movimento. I ragazzi, infatti, si sposteranno in bicicletta insieme agli animatori per raggiungere ogni giorno un'attività diversa. Il primo giorno i ragazzi verranno accolti al Centro Tesolin con giochi, per conoscersi un po'. Martedì 19 i ragazzi si sposteranno presso la pista d'atletica della "Favorita" per confrontarsi con gli "athletic games". Mercoledì saranno i pompieri della stazione di Spilimbergo a mostrare ai ragazzi il loro lavoro coinvolgendoli nelle loro attività, niente fuoco si intende! Giovedì, invece, sarà l’acqua a essere la protagonista con le attività di acquaticità, e non solo, presso la Piscina Comunale. L'ultimo giorno della prima settimana i ragazzi parteciperanno ai laboratori a loro dedicati: falegnameria, sculture di gesso, mosaico avanzato, rugby, flag-footbal, soft-air junior, maquillage/acconciatura, judo, sbandieratori, hip-hop/break, bocce, Laboratorio elettrico, tamburi. La seconda settimana inizia all'insegna dei tornei ludici presso il Parco Scout. Martedì 26 i ragazzi inforcheranno la loro spider a due ruote per cimentarsi in MTB ed escursioni presso il Centro Sportivo Favorita. Mercoledì 27 i ragazzi si sposteranno nella località turistica del "Piancavallo", che ospita all'interno della cornice di un bel faggeto un "parco acrobatico", il rampy-park: cinque percorsi divisi per difficoltà per "saltare" da un albero all'altro in totale sicurezza. Giovedì 28 ci sarà il secondo appuntamento con i laboratori. L'ultimo giorno si concluderà con il Grande Gioco in giro per la città...e non chiedeteci null'altro più, la sorpresa ai ragazzi!

GREST ricchi di attività, giochi e animazione! Tutto lo staff del Grest, animatori, volontari e laboratori, sono ansiosi di cominciare.
Vi aspettiamo :)