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venerdì 30 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - I DOMENICA DI AVVENTO - 02 dicembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Lc 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».


Meditazione
Beato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorsi per l'avvento, 2, 2-4 : PL 185, 15 SC 166

                   « Nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà » 
        Fratelli, con esultanza occorre andare incontro al Signore che viene ... Si levi dunque il nostro spirito con vivida gioia, e corra incontro al suo Salvatore... La Scrittura sembra esigere da noi di andargli incontro non solo a proposito della sua seconda venuta, ma anche a proposito della prima...
        Prima della sua venuta nel mondo, il Signore venga a voi. Prima di apparire al mondo intero, venga a visitarvi intimamente. Infatti ha detto: « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi » (Gv 14,18). E certamente, a seconda del merito e dell'amore, tale visita del Signore in ogni anima è frequente, in questo tempo che intercorre fra la prima e l'ultima venuta, tempo che ci rende conformi alla prima e ci prepara all'ultima. ... Con queste visite, tende a riformare la nostra mentalità superba per renderla conforme alla sua umiltà, che ci dimostrò venendo la prima volta; e lo fa per poi « trasfigurare il nostro misero corpo e conformarlo al suo corpo glorioso » (Fil 3,21), che ci manifesterà al suo ritorno. Per questo dobbiamo desiderare con tutte le nostre forze, e chiedere con fervore tale venuta intima che ci dà la grazia della prima venuta e ci promette la gloria della seconda...
        La prima venuta fu umile e nascosta, l'ultima sarà folgorante e magnifica ; quella di cui parliamo è nascosta, e nello stesso tempo, magnifica. Dico che è nascosta, non perché sia ignota a colui che la riceve, ma perché avviene in lui nel segreto ... Avviene senza essere vista e si allontana senza che se ne accorga. La sua sola presenza è luce dell'anima e dello spirito. In essa vediamo l'invisibile e conosciamo l'inconoscibile. Questa venuta del Signore mette l'anima di chi la contempla in una dolce e beata ammirazione. Allora dall'intimo dell'uomo scoppia questo grido: « Signore, chi è come te ? » (Sal 35, 10). Lo sanno quanti hanno fatto tale esperienza, e voglia Dio che coloro che non l'hanno ancora fatta ne provino il desiderio.

venerdì 23 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 25 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza." 

Vangelo Gv 18,33b-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Meditazione
Santa Teresa d'Avila (1515-1582), carmelitana, dottore della Chiesa
Il Cammino di perfezione, 22

                                      « Il mio regno non è di questo mondo »

        Sei re per l'eternità, o mio Dio... Quando diciamo nel Credo che « il tuo regno non avrà fine », è raro che il mio cuore non ne provi una gioia tutta particolare. Ti lodo, Signore, ti benedico per sempre ! Infine, il tuo regno durerà in eterno. Non tollerare, Maestro mio, che quando ti si rivolge la parola, si creda che sia permesso di farlo solo con le labbra... È chiaro che non si avvicina un principe con la stessa naturalezza che si avrebbe con un paesano, o con delle povere donne come noi, con cui è sempre lecito discorrere senza complimenti.
        Nella mia semplicità, non so come parlare a quel divino Re. Ma la sua umiltà è così grande che egli non manca di ascoltarmi e mi permette di avvicinarmi a lui. Non mi respingono neanche i suoi custodi, poiché gli angeli che lo circondano conoscono i gusti del loro Re : sanno che la semplicità di un piccolo pastore, totalmente umile, che direbbe di più se potesse, il Re l'apprezza più di tutti i ragionamenti scelti dei più dotti e dei più sapienti, quando manca loro l'umiltà.
        Tuttavia, se il nostro Re è buono, questo non è un buon motivo per noi per essere scortesi. E se fosse anche solamente per ringraziarlo che si degna di sopportare accanto a lui una persona ripugnante come me, è giusto che faccia di tutto per riconoscere la sua nobiltà e la sua grandezza. In verità, basta avvicinarsi a lui per esserne istruite... Se, figlie mie, avvicinandovi a lui, riflettete e vi domandate con chi state per parlare, o con chi già state parlando, mille vite come le nostre non basterebbero per concepire quanti riguardi merita un tale Signore, davanti al quale gli angeli tremano, lui che comanda a tutto, che può tutto e per il quale volere è fare. E' giusto, figlie mie, che ci rallegriamo della grandezza del nostro Sposo, che comprendiamo di chi siamo spose e quindi come deve essere santa la nostra vita.

giovedì 15 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 18 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Meditazione
Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Omelie sul libro di Giosuè, n° 16,3 SC 71

                  “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire ... con grande potenza”

        “Rimane molto territorio da occupare” (Gs 13,1)... Considera la prima venuta del nostro Signore e Salvatore, quando è venuto a seminare la sua parola sulla terra. Si è impadronito di tutta la terra con la sola forza della sua semina: ha messo in fuga le avverse potenze e gli angeli ribelli che dominavano le nazioni, e contemporaneamente ha seminato la sua parola e diffuso le sue chiese. Così è stato il suo primo possesso della terra.
        Seguimi tuttavia... attraverso le linee sottili della Scrittura, e ti mostrerò la seconda conquista di una terra di cui è detto a Giosuè/Gesù che ce n'è ancora molta lasciata. Ascolta le parole di Paolo: “Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1Cor 15,25; Sal 110,1). Ecco la terra di cui è detto che è stata lasciata fino a che tutti siano stati posti sotto i suoi piedi e così egli prenda tutti i popoli nella sua eredità... Per quanto riguarda il nostro tempo, vediamo bene le cose “che restano” e non sono ancora poste sotto i piedi di Gesù; bisogna che egli prenda possesso di tutto. Poiché non potrà finire il mondo che quando tutto gli sarà sottomesso. Dice infatti il profeta: “Tutte le nazioni gli saranno sottomesse, dal fiume sino ai confini della terra; a lui si prostreranno gli abitanti del deserto” (Sal 72 LXX), e “Da oltre i fiumi di Etiopia i miei supplicanti mi porteranno offerte” (Sof 3,10).
        Da ciò consegue che nella seconda venuta Gesù dominerà questa terra di cui resta molto da possedere. Ma beati coloro che saranno stati suoi fin dalla prima venuta! Saranno davvero colmati di favori, nonostante la resistenza di tanti nemici e gli attacchi di tanti avversari; riceveranno ... la loro parte della Terra Promessa. Ma quando la sottomissione sarà fatta di forza, nel giorno in cui bisogna che “sia annientato l'ultimo nemico, cioè la morte” (1Cor 15,26), non ci saranno più favori per coloro che rifiuteranno di sottomettersi.

giovedì 8 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 11 novembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

 Vangelo Mc 12,28b-34
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». 


Meditazione 
Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
Scritto autobiografico B,1

                                       «Ha dato tutto quello che aveva»

        «Voglio farti leggere nel libro di vita, dov'è contenuta la scienza d'Amore». La scienza d'Amore, oh, sì! la parola risuona dolce all'anima mia, desidero soltanto questa scienza. Per essa, avendo dato tutte le mie ricchezze, penso, come la sposa  [del Cantico] dei cantici, di non aver dato nulla (Ct 8,7). Capisco così bene che soltanto l'amore può renderci graditi al Signore, da costituire esso la mia unica ambizione.

        A Gesù piace mostrarmi il solo cammino che conduca alla fornace divina, cioè l'abbandono del bambino il quale si addormenta senza paura tra le braccia di suo Padre. «Se qualcuno è piccolo, venga a me», ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone (cfr Pr 9,4), e questo medesimo Spirito d'amore ha detto ancora che «la misericordia è concessa ai piccoli» (cfr Sap 6,6). In nome suo il profeta Isaia ci rivela che nell'ultimo giorno «il Signore condurrà il suo gregge nelle pasture, raccoglierà gli agnellini e se li stringerà al cuore» (Is 40,11)...

        Ah, se tutte le anime deboli e imperfette sentissero ciò che sente la più piccola fra loro, l'anima della sua Teresa, nessuna dispererebbe d'arrivare alla vetta della montagna d'amore, poiché Gesù non chiede grandi azioni, bensì soltanto l'abbandono e la riconoscenza. Egli infatti dice nel Salmo 50: «Non ho bisogno alcuno dei capri dei vostri greggi, perché tutte le bestie delle foreste mi appartengono e le migliaia di animali che pascolano sulle colline... Immolate a Dio sacrifici di lode e di ringraziamento». Ecco ciò che Gesù esige da noi, non ha bisogno affatto delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perché questo Dio stesso che dichiara di non aver bisogno di dirci se ha fame (Sal 50), non ha esitato a mendicare un po' d'acqua dalla Samaritana (Gv 4,7). Aveva sete... Aveva sete d'amore... Ah! lo sento più che mai, Gesù è assetato, non incontra se non ingrati e indifferenti tra i discepoli del mondo, e tra i suoi stessi discepoli trova pochi cuori i quali si abbandonino a lui senza riserve, e capiscano la tenerezza del suo amore infinito.

martedì 6 novembre 2012

3° appuntamento di "Voices in progress"

Vi ricordiamo il terzo appuntamento di "Voices in Progress", organizzato dal Coro Giovani Di Spilimbergo, giovedì 08 novembre alle ore 20.45 in Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone in Spilimbergo.
Si parlerà anche della prossima Messa Giovani e della Veglia di Natale.
Il Coro Giovani consiglia vestiti carini per la foto di gruppo.

Le prossime date saranno:
* Martedì 13 novembre;
* Giovedì 22 novembre.


Per maggiori informazioni:
facebook: Coro Giovani di Spilimbergo 
corogiovanispili@gmail.com




venerdì 2 novembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 04 novembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

 Vangelo Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.


Meditazione
San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Omelie sul Cantico di Cantici, n° 83

                                    «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore»

        Ho letto che “Dio è amore” 1Gv 4,16), e non ho letto che è onore o dignità. Non è che Dio non vuole essere onorato, dato che dice: “Se io sono padre, dove è l'onore che mi spetta?” (Ml 1,6). Lì parla in quanto padre. Ma se si mostra sposo, penso che muterebbe frase e direbbe: “Se sono lo sposo, dov'è l'amore che mi spetta?”. Poiché già ha parlato così: “Se sono vostro Signore, dov'è il timore di me?”. Dio esige dunque di essere rispettato come Signore, onorato come Padre, amato come Sposo.

        Fra questi sentimenti, qual è il più grande? L'amore, senza dubbio. Poiché senza amore, il rispetto è penoso e l'onore non ha ritorno. Il timore è da schiavi, finché non viene affrancato dall'amore, e l'onore che non viene dall'amore non è onore, ma adulazione. A Dio solo, certo, onore e gloria, ma Dio non li accetta se non conditi con il miele dell'amore.

        L'amore è sufficiente di per sé, esso piace per sé, è merito ed è ricompensa. L'amore, oltre sé, non ricerca causa, non frutto. Il suo frutto è l'esserci. Amo perché amo. Amo per amare. ... Fra tutti i moti dell'anima, dei suoi sentimenti ed affetti, l'amore è il solo che permette alla creatura di rispondere al suo creatore, da pari a pari, o almeno da simile a simile (cfr Gen 1,26).