"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."
Vangelo Lc 22,14 – 23,56
☩ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
- Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E
nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare
più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che
hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate
così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi
governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola
o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo
a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con
me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha
preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio
regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone,
Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io
ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta
convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore,
con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli
rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu,
per tre volte, abbia negato di conoscermi».
- Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
Poi
disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali,
vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse:
«Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha
spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve
compiersi in me questa parola della Scrittura: "E fu annoverato tra gli
empi". Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento ».
Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse:
«Basta!».
- Entrato nella lotta pregava intensamente
Uscì
e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo
seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in
tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in
ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo
calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve
allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava
più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li
trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite?
Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
- Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?
Mentre
ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo.
Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?».
Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere,
dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì
il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù
intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio,
lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi
dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi
un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel
tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora
vostra e il potere delle tenebre».
- Uscito fuori, Pietro pianse amaramente
Dopo
averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del
sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco
in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in
mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e,
guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli
negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e
disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo
sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche
questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non
so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un
gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e
Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima
che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori,
pianse amaramente.
- Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E
intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo
picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta!
Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui,
insultandolo.
- Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena
fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi
dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e
gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche
se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete.
Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di
Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli
rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che
bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi
dalla sua bocca».
- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
Tutta
l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad
accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro
popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo
re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli
rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla:
«Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano
dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea,
dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato
domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità
di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a
Gerusalemme.
- Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo
Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava
vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche
miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli
non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli
scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi
soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una
splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato
diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata
inimicizia.
- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato,
riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi
avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho
esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle
colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato.
Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo
punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti
insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi
era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per
omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in
libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli,
per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho
trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo
rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che
venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise
che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era
stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi
richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre
lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava
dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo
seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano
il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di
loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete
su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si
dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che
non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su
di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il
legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando
giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i
malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre,
perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
- Costui è il re dei Giudei
Il
popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha
salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli
dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel paradiso
Uno
dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non
hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi,
giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre
azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù,
ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità
io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
Era
già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre
del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si
squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue
mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
-
Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.
Visto
ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo:
«Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era
venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se
ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che
lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare
tutto questo.
- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed
ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e
giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri.
Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio.
Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla
croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella
roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno
della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che
erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse
osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi
tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di
sabato osservarono il riposo come era prescritto.
Meditazione
San Cirillo d'Alessandria (380-444), vescovo e dottore della Chiesa
Omelia 13; PG 77,1049
«Osanna! Benedetto il regno che viene!»
Fratelli, oggi celebriamo la venuta del nostro Re, andiamogli
incontro, poiché è anche il nostro Dio. ... Eleviamo a Dio il nostro
cuore, non spegniamo lo spirito, accendiamo con gioia le nostre lampade,
cambiamo l'”abito” dell'anima. Come fanno i vincitori, prendiamo in
mano le palme e come le persone semplici acclamiamolo col popolo. Con i
bambini cantiamo col cuore di bimbo: “Osanna! Benedetto colui che viene
nel nome del Signore!”... Oggi stesso egli entra a Gerusalemme, la
croce sta per essere nuovamente preparata, il biglietto d'accusa di
Adamo è “staccato”; di nuovo il paradiso si apre, il ladrone vi è
introdotto; di nuovo la Chiesa è in festa....
Non
viene accompagnato dalle potenze invisibili del cielo e da legioni di
angeli; non è seduto su un trono sublime ed eccelso, protetto da ali di
serafini, un carro di fuoco ed esseri dai molti occhi, non fa tremare
tutto con prodigi e al suono di trombe. Viene nascosto nella natura
umana. E' un avvento di bontà, non di giustizia; di perdono, non di
vendetta. Appare non nella gloria del Padre, ma nell'umiltà della
madre. Il Profeta Zaccaria ci aveva annunciato altrove questo avvento;
chiamava tutta la creazione alla gioia...: “Rallegrati con tutte le tue
forze, figlia di Sion!” E' la stessa parola che l'angelo Gabriele
aveva annunciato alla Vergine: “Rallegrati...”, lo stesso messaggio che
il Salvatore ha annunciato anche alle donne dopo la resurrezione:
“Rallegratevi”...
“Grida di gioia, figlia di Sion!
Ecco il tuo re viene a te, seduto su un asino, un asinello”... Ma cos'è
questa storia? Non viene con pompa come tutti gli altri re. Viene
nella condizione di servo, sposo pieno di tenerezza, agnello
dolcissimo, fresca rugiada sul vello, pecora condotta al macello,
agnello innocente trascinato al sacrificio... Oggi i figli degli Ebrei
corrono a lui, offrendo i loro rami d'ulivo a colui che è
misericordioso e nella gioia ricevono con le palme il vincitore della
morte. “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”
(Riferimenti
biblici : 1Ts 5,19; Mt 25,7; Mt 21,15; Col 2,14; Lc 23,43; Ez 1,4s; Es
19, 16s; Zc 9,9; Lc 1,28; Mt 28,9; Fil 2,7; Gv 1,29; Gdc 6,36; Ger
11,19; Is 53,7)