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mercoledì 19 settembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - 23 settembre 2012

"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».



Meditazione
San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo
Omelia 58 ; PL 57, 363

«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me» 

        Noi, tutti i cristiani, siamo il corpo di Cristo e le sue membra, dice l'apostolo Paolo (1Cor 12,27). Alla risurrezione di Cristo, tutte le sue membra sono risuscitate con lui, e mentre Cristo passava dagli inferi alla terra, ci ha fatti passare dalla morte alla vita. La parola “pasqua” in ebraico vuol dire passaggio o partenza. Il mistero non è forse il passaggio dal male al bene? E quale passaggio! Dal peccato alla giustizia, dal vizio alla virtù, dalla vecchiaia alla fanciullezza. Parlo qui della fanciullezza a proposito della semplicità, non dell'età. Poiché le virtù, anch'esse, hanno la loro età. Ieri l'invecchiamento del peccato ci portava sulla via del declino. Ma la risurrezione di Cristo ci fa rinascere con l'innocenza dei piccoli. La semplicità cristiana fa propria la fanciullezza.
        Il bambino è senza rancore, non conosce la frode, non osa colpire. Così, il bambino che è il cristiano non si preoccupa di essere insultato, non si difende se lo si spoglia, non risponde se lo si percuote. Il Signore esige addirittura che preghi per i nemici, che lasci tunica e mantello ai ladri, e che presenti l'altra guancia a chi lo percuote (Mt 5,39s).
        La fanciullezza di Cristo supera quella dell'uomo... Questa deve l'innocenza alla sua debolezza, quella alla sua virtù. Ed è degna ancor più di lode: l'odio al male viene dalla sua volontà, non dall'impotenza.

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