Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

Meditazione
Giuliana di Norwich (tra 1342-1430 cc), reclusa inglese
Le Rivelazioni del Divino Amore, capp. 35-36
«Di fronte alla misericordia di Dio, riconoscere pienamente il nostro peccato»
Dio permette che cadiamo. Ma con la sua potenza e la sua sapienza, ci custodisce. Con la sua misericordia e la sua grazia, ci eleva ad una gioia infinitamente più grande. Così vuol essere conosciuto e amato nella giustizia e nella misericordia, ora e per sempre... Io non farò altro che peccare. Ma il mio peccato non impedirà a Dio di operare. La contemplazione della sua opera è gioia celeste per l'anima che è permeata di timore e desidera sempre più amorevolmente compiere la volontà di Dio con l'aiuto della grazia.
Quest'opera comincia quaggiù. Sarà gloriosa per Dio ed enormemente vantaggiosa per tutti coloro che lo amano sulla terra. Al nostro arrivo in cielo, ne saremo testimoni in una gioia meravigliosa. Quest'opera continuerà fino all'ultimo giorno. La gloria e la beatitudine che da essa scaturiranno resteranno in cielo, davanti a Dio e a tutti i suoi santi, per sempre... Là sarà la gioia più grande: vedere che Dio stesso ne è l'artefice. L'uomo non è che peccatore. Mi sembrava che il nostro buon Signore mi dicesse: “Guarda dunque! Non c'è forse materia per l'umiltà? Non c'è forse materia per amare? Non c'è materia per conoscere te stessa? Allora, per amore di me, rallegrati in me. Niente può piacermi di più”.
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