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giovedì 13 dicembre 2012

VANGELO DELLA DOMENICA - III DI AVVENTO - 16 dicembre 2012


"IN COMPAGNIA DEL VANGELO - meditazioni per la testimonianza."

Vangelo Lc 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.


Meditazione
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Angelus del 14/12/2003 (© Libreria Editrice Vaticana)
                                « Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. Il Signore è vicino »
        “Rallegratevi nel Signore, sempre; ... Il Signore è vicino” (Fil 4,4-5). Con queste parole dell'apostolo Paolo la Liturgia ci invita alla gioia. E' la terza domenica di Avvento, detta proprio per questo Domenica "Gaudete". ...
        L'Avvento è tempo di gioia, perché fa rivivere l'attesa dell'evento più lieto nella storia: la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine Maria. Sapere che Dio non è lontano, ma vicino, non indifferente, ma compassionevole, non estraneo, ma Padre misericordioso che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà: tutto questo è motivo di una gioia profonda che le alterne vicende quotidiane non possono scalfire.
        Caratteristica inconfondibile della gioia cristiana è che essa può convivere con la sofferenza, perché è tutta basata sull'amore. In effetti, il Signore che ci "è vicino", al punto da farsi uomo, viene ad infonderci la sua gioia, la gioia di amare. Solo così si capisce la serena letizia dei martiri anche in mezzo alle prove, o il sorriso dei santi della carità dinanzi a chi è nel dolore: un sorriso che non offende, ma consola. "Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28). L'annuncio dell'Angelo a Maria è un invito alla gioia. Chiediamo alla Vergine Santa il dono della gioia cristiana.

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